Le battaglie ambientali in difesa della laguna di Marano
Le vicende storiche
21 settembre 1938
Inaugurazione del primo nucleo dello stabilimento.
21 settembre 1940
Inaugurazione del raddoppio dello stabilimento.
26 ottobre 1940
Costituzione del Comune di Torviscosa. R.D.L. n. 1621
[FG 1940]
31 luglio 1942
Il Prefetto chiede al Comune di Torviscosa di inviare “un elenco di tutti gli Stabilimenti operanti nel territorio del Comune che, permanentemente o temporaneamente, versano rifiuti industriali in acque pubbliche, forniti o meno della prescritta autorizzazione prefettizia. Da detto elenco devono risultare i seguenti dati:
1. nominativo della ditta
2. l’ubicazione dello stabilimento
3. il genere di lavorazione
4. il corso d’acqua pubblica in cui avviene lo scarico
5. la quantità dei rifiuti
6. gli estremi del decreto prefettizio di autorizzazione per lo scarico dei rifiuti, oppure, l’annotazione ‘non autorizzata’ per quelle ditte che ne risultassero sprovviste.”
[FA 19420731]
31 agosto 1942
Il Comune inoltra la richiesta alla SAICI, che risponde: “Con riferimento alla Vostra 11 corr. Vi comunichiamo quanto richiestoci:
1. SAICI – Torviscosa – con sede in Milano via Cernaia, 8 –
2. Ubicazione – Torviscosa –
3. Produzione Cellulosa nobile per fibre tessili –
4. Lo scarico viene fatto a nord dello stabilimento nel canale Banduzzi ed a est nella Darsena –
5. La quantità dei rifiuti complessivamente ammonta a circa 3000 mc/ora dei quali 2900 mc. Sono costituiti da acque di lavaggio, mentre i rimanenti 100 mc/ora sono costituiti da liscivie esauste –
6. Non possiamo precisare gli estremi del Decreto Prefettizio perché le pratiche sono in corso da parte della nostra Sede di Milano.”
[FA 19420831]
24 settembre 1943
La Prefettura di Udine concede alla Saici “il permesso in via provvisoria di versare nelle acque del canale Banduzzi i rifiuti industriali del proprio stabilimento sito in Torviscosa, sotto l’osservanza di una serie di condizioni.”
[FG 1943]
11 novembre 1948
La Camera di Commercio, su invito del Ministero dell’Agricoltura, il 25 ottobre 1948 chiede ai sindaci della provincia di comunicare con urgenza, e non oltre il 6 novembre, l’elenco degli stabilimenti industriali che scaricano rifiuti nelle acque pubbliche. La documentazione deve contenere le indicazioni relative al tipo di industria, al tipo di produzioni, alla tipologia dei rifiuti e il bacino o il corso d’acqua nel quale vengono scaricati gli inquinanti. Il Comune inoltra la richiesta alla SAICI, che risponde:
“1. L’industria esercitata in questo Stabilimento è quella della produzione della cellulosa nobile per fibre tessili artificiali.
2. I liquidi di rifiuto che vengono scaricati in fogna sono costituiti da acque di lavaggio della cellulosa nelle varie fasi di lavorazione e da liquidi di rifiuto provenienti da trattamenti chimici del vegetale dal quale si ricava la cellulosa, con caratteristiche leggermente acide o alcaline a seconda dell’operazione in corso in un dato momento.
3. Le acque di rifiuto raccolte in una fognatura lunga circa 500 mt. sono convogliate da questa nel porto industriale dello stabilimento.”
[FA 19481111]
1949
Dopo dieci anni di inascoltate proteste da parte dei pescatori di Marano, il sindaco, dietro consiglio del prefetto di Udine, incarica un legale per analizzare la situazione e verificare la possibilità di chiedere un risarcimento alla SAICI. Le iniziative del legale, avv. Ermanno Fonzo di Cervignano del Friuli, si protraggono per alcuni anni senza però arrivare ad alcune conclusione. Tutta la vicenda è descritta in una relazione del sindaco allegata alla Delibera del Consiglio comunale di Marano n. 20 del 14 marzo 1954.
[FA 19540314]
1950
Inizio della produzione dell’impianto cloro-soda.
[FA 1976_6]
6 maggio 1950
La SAICI presenta il progetto dell’impianto di depurazione, che sarà approvato con decreto prefettizio nel 1953. La relazione di progetto è allegata alla documentazione inviata il 18 settembre 1971 al Magistrato alle Acque di Venezia ed al Genio Civile di Udine.
[FA 1971_1]
25 ottobre 1951
Il prefetto di Udine chiede al Comune di Torviscosa di accertare e comunicare con urgenza se la SAICI è in possesso dell’autorizzazione prefettizia di cui all’art. 9 del Testo Unico sulla pesca [FG 1932]. Il sindaco inoltra la richiesta alla SAICI, che risponde di essere in possesso dell’autorizzazione prefettizia n. 20036/III del 24 settembre 1943 [FG 1943]. Analoga richiesta del prefetto, che ottiene la medesima risposta, anche il mese successivo.
25 gennaio 1952
Il prefetto scrive al direttore della SAICI e per conoscenza al Ministero dell’Agricoltura e delle foreste, al Consorzio per la tutela della pesca, ai sindaci di Marano e di Torviscosa e alle Capitanerie di Monfalcone e di Grado. Fa osservare che la SAICI non ha ancora provveduto a far costruire l’impianto di epurazione dei rifiuti, in conformità alle prescrizioni contenute nel provvedimento di concessione e la invita a provvedere.
[FA 19520125]
16 febbraio 1952
La SAICI risponde alla lettera del Prefetto del 25 gennaio.
[FA 19520216]
10 ottobre 1952
Il Prefetto invia una nuova circolare per sollecitare i Comuni che non vi hanno ancora provveduto a fornire i dati richiesti con le precedenti circolari in merito agli scarichi dei rifiuti industriali in acque pubbliche.
7 gennaio 1953
Il Prefetto trasmette alla SAICI e al sindaco di Torviscosa il decreto n. 362/III con cui viene ingiunto alla SAICI di provvedere a eseguire l’impianto di depurazione delle acque di rifiuto dello stabilimento.
[FA 19530107]
26 marzo 1953
Nel Gazzettino compare l’articolo “Insidiata l’industria del pesce dall’inquinamento del fiume Aussa. I detriti della lavorazione industriale scaricati nelle acque sarebbero la causale dell’alta mortalità ittica. Martedì si tenterà di conciliare le parti. Vallicoltori e SAICI si presenteranno dal giudice”
[FS 1]
17 luglio 1953
Il Consiglio Comunale di Marano Lagunare con deliberazione n. 14 del 17 luglio 1953 autorizza il Sindaco a promuovere causa civile contro la SAICI (la prima sentenza arriverà l’11 marzo 1965).
[FA 19530717]
13 gennaio 1955
La SAICI chiede al Genio Civile di Udine che le venga concessa, in via di sanatoria, l’autorizzazione allo scavo di 13 pozzi artesiani per poter utilizzare l’acqua a scopi industriali. Dichiara che la portata dei pozzi arriva complessivamente a 1755,8 litri al secondo.
La domanda rimane nei cassetti del Genio Civile senza alcuna risposta per quarant’anni. La storia emerge nel 1995 quando la Industrie chimiche Caffaro (nel frattempo subentrata alla SAICI, alla SNIA Viscosa e alla Chimica del Friuli) inoltra le pratiche per la costruzione di due torri di raffreddamento utilizzando come refrigerante l’acqua di pozzo. L’A.S.S. (Azienda socio-sanitaria) di Palmanova chiede di vedere le concessioni. La Caffaro tenta di aggirare l’ostacolo cercando di farsi rilasciare la concessione edilizia senza l’autorizzazione dell’A.S.S. A quel punto il Comune di Torviscosa chiede una consulenza all’avvocato Tonazzi sul da farsi ed è proprio la relativa delibera della Giunta comunale che permette di ricostruire la vicenda.
[FA 19950620]
10 giugno 1955
D.P.R. 10 giugno 1955, n. 987. Modifica l’art. 9 del R.D. n. 1604 del 1931 in materia di autorizzazione agli scarichi industriali.
[FG 1955]
1961 – 1962 – 1963
Costruzione della nuova centrale termoelettrica e del caprolattame.
Vengono “battuti” dieci nuovi pozzi e la portata dell’acqua utilizzata dalla fabbrica sale a 3307,30 litri al secondo.
1963
Entra in esercizio l’impianto per la produzione del caprolattame. Viene avviato l’impianto per la produzione della pasta semi-chimica. Viene ultimata ed entra in esercizio la centrale termoelettrica.
[FA 1976_6]
5 marzo 1963
Legge 5/3/1963 n. 366; norme relative alla pulizia della Laguna di Venezia e di Marano.
[FG 1963]
11 marzo 1965
Il Tribunale di Udine, in accoglimento parziale delle istanze del Comune di Marano Lagunare, condanna la SAICI al risarcimento dei danni in favore del comune stesso. [FG 6]
La SAICI interpone appello alla sentenza del Tribunale di Udine. Il Comune di Marano Lagunare resiste in giudizio [FA 9]. La Corte d’Appello di Trieste, con sentenza n. 323/68 del 10 luglio e del 23 ottobre, conferma la sentenza e condanna la SAICI (in quel momento SNIA Viscosa) a pagare al Comune di Marano Lagunare lire 108.160.000, con gli interessi di legge a decorrere dal 1946 a tutto il 1963. La SNIA Viscosa presenterà appello anche davanti alla Suprema Corte di Cassazione ma con lo stesso esito. La vicenda, dopo 24 anni di battaglie legali, si chiuderà nel 1973. Con i soldi ricevuti dalla SNIA Viscosa il comune di Marano costruirà la palestra delle scuole.
26 agosto 1965
D.P.R. 26 agosto 1965, n. 1116. Le attribuzioni amministrative in materia di pesca vengono trasferite alla Regione.
[FG 1965_2]
9 dicembre 1967
Il Ministero della Sanità, attraverso l’Ufficio del Medico Provinciale, chiede ai Sindaci notizie riguardanti alcuni tipi di lavorazioni industriali “in considerazione della crescente gravità del problema dell’inquinamento delle acque” e “al fine di acquisire elementi utili per la futura regolamentazione e per la conoscenza del problema”.
[FA 1967_1]
1967 – 1970
Tra dicembre 1967 e gennaio 1970 si susseguono diverse richieste e solleciti al Comune di Torviscosa da parte del Medico provinciale che, per conto del Ministero della Sanità, chiede notizie in merito agli scarichi di alcune lavorazioni inquinanti. Nella documentazione inviata dalla SNIA vengono descritte le lavorazioni, i quantitativi d’acqua prelevati, i prodotti scaricati, le acque contenenti i residui delle lavorazioni e gli impianti di recupero.
[FA 1967_2]
12 maggio 1971
Con la Legge Regionale n. 19 del 12 maggio 1971 [FG 8], la competenza sull’autorizzazione agli scarichi passa alla Regione. Fondandosi sulla competenza regionale in materia di pesca, assegna al Presidente della Giunta Regionale la promulgazione di norme sugli scarichi.
[FB JOGAN]
21 maggio 1971
L’Ufficio del Genio Civile di Udine invia al Comune di Torviscosa e per conoscenza al Magistrato alle Acque di Venezia l’ordinanza emessa a carico della SAICI con cui le ordina di presentare istanza per ottenere l’assentimento tecnico-sanitario per la realizzazione di adeguati impianti di scarico.
[FA 1970_1]
28 giugno 1971
L’Assessorato regionale all’Igiene e Sanità “dovendo procedere all’approntamento di strumenti amministrativi e legislativi necessari per la lotta contro gli inquinamenti” chiede la compilazione di una serie di questionari. Il Comune risponde il 15 luglio.
[FA 1971_2]
18 settembre 1971
La SNIA risponde alla richiesta del Genio Civile di Udine e invia la documentazione inerente ai propri scarichi al Magistrato alle Acque.
[FA 1971_3]
11 ottobre 1971
Il Medico Provinciale trasmette ai Sindaci, agli Ufficiali Sanitari, alla Prefettura, al Genio Civile, al Laboratorio Provinciale di Igiene e Profilassi, alla Direzione Provinciale dell’Assessorato dei Lavori Pubblici e all’Associazione Industriali la circolare n. 166 del Ministero della Salute Pubblica avente come oggetto la protezione dei corpi d’acqua dagli scarichi inquinanti.
[FA 19711011]
30 dicembre 1971
Il Medico Provinciale invia a tutte le istituzioni provinciali preposte alla tutela della salute pubblica il contenuto della circolare n. 212 del Ministero della Sanità. In questo documento viene esposto per la prima volta in modo ufficiale il problema del rischio legato all’inquinamento da mercurio.
[FA 19711230]
18 maggio 1972 – 7 ottobre 1972
Il Medico provinciale di Udine trasmette al Comune di Torviscosa la relazione d’analisi fatta dal Laboratorio provinciale d’igiene e profilassi relativa all’acqua scaricata dalla SAICI, da cui risulta che l’acqua è fortemente inquinata. Il Medico provinciale chiede al Comune di invitare la SNIA “a provvedere a idonei processi depurativi”. Il Comune inoltra alla SNIA, che dopo vari solleciti risponde il 7 ottobre 1972.
[FA 19720518]
18 luglio 1972
La Regione chiede al Comune di Torviscosa, in riferimento a quanto comunicato dal Medico provinciale di Udine, quali provvedimenti l’Amministrazione comunale intende adottare affinché gli scarichi della SAICI siano ridotti a valori accettabili. Il Comune risponde dicendo di non aver avuto nessuna risposta dalla SAICI.
[FA 1972_1]
16 novembre 1972
Viene pubblicato sul B.U.R. il Regolamento per l’esecuzione della Legge Regionale 12 maggio 1971, n. 19. Legge sulla Pesca. Gli art. 38, 39, 40, 41, 42, 43, 44, 45, 46, 47 e 48 parlano degli scarichi industriali, delle loro autorizzazioni e delle relative sanzioni.
[FG 1971_2]
19 ottobre 1973
Le richieste proseguono anche nel corso del 1973. La SNIA risponde il 19 ottobre, dicendo di “aver eseguito un approfondito lavoro di rilevamenti e analisi atte ad affrontare il problema derivante dalla presenza di sostanze inquinanti nei nostri scarichi industriali. Tale indispensabile complesso di lavori preliminari ci ha consentito di individuare gli interventi necessari, ciascuno dei quali determinerà un graduale miglioramento della situazione dei nostri scarichi”. Segue descrizione delle “soluzioni” e dei sistemi di trattamento previsti.
[FA 1973_1]
1974
A seguito di una serie di esposti presentati “da privati [e da] numerosi pescatori del Mandamento” e delle successive verifiche, l’8 maggio 1974 comincia, davanti al Pretore di Cervignano, il processo penale che vede coinvolti alcuni dirigenti della SNIA Viscosa. Sono accusati di aver “immesso nelle acque del Canale Banduzzi e quindi nel fiume Ausa, sostanze di scarico atte ad intorpidire, stordire, o uccidere i pesci e gli altri animali acquatici [e] ad offendere, imbrattare o molestare persone”. Le risultanze dei sopralluoghi e delle analisi chimiche sono inconfutabili, ma il Pretore vuole, attraverso una perizia, fare una “ricognizione e descrizione dei nuovi impianti installati all’interno dello stabilimento” per verificare la “sussistenza o meno dell’elemento psicologico”.
La SNIA prepara in tutta fretta il progetto di un depuratore; il 9 settembre chiede al Comune l’autorizzazione per la “costruzione di una vasca circolare in cemento armato ad uso decantatore per il nuovo impianto ecologico”; il 15 ottobre il progetto ottiene il parere favorevole della Commissione Edilizia e il 28 ottobre viene concesso alla SNIA Viscosa il permesso di costruire “l’impianto ecologico”. Si tratta di una vasca tonda da collocare tra la darsena e l’impianto di caricamento del legno. Tra i documenti conservati in Comune non c’è alcuna relazione illustrativa e nessun disegno che illustri il progetto in modo dettagliato.
Il 21 dicembre 1974 il Pretore prende atto degli sforzi che la società ha fatto e sta facendo per ridurre l’impatto ambientale dei propri stabilimenti, riconosce la “buona fede” dei dirigenti, sottolinea la “prolungata tolleranza delle autorità” competenti ed infine assolve gli imputati “perché il fatto non costituisce reato”.
L’impianto ecologico previsto dalla SNIA e autorizzato dal Comune non verrà mai costruito. [FG 1974]
Si veda anche il commento dell’avvocato Zanfagnini [FA 1977_1].
11 marzo 1975
Delibera della Giunta Regionale n. 604: “Direttive riguardanti le Lagune di Grado e Marano.
10 maggio 1976
Viene emanata la Legge n. 319 conosciuta come “Legge Merli”.
[FG 1976]
10 agosto – 10 dicembre 1976
Al fine di inoltrare la domanda per l’autorizzazione allo scarico ai sensi della Legge Merli, la Snia Viscosa il 10 agosto presenta una relazione e il 10 dicembre la richiesta di autorizzazione. A questa richiesta la Provincia di Udine non risponderà mai, consentendo così alla SNIA di ottenere l’autorizzazione in virtù dell’art. 15 della succitata legge (clausola del silenzio – assenso).
[FA 1976_1]
25 agosto 1976
L’Ufficiale Sanitario di Torviscosa, dott. Giuliano Callegari, invia una lettera al Medico provinciale ed al Direttore del Laboratorio d’igiene e profilassi per chiedere che vengano eseguite analisi sulla concentrazione di gas tossici nell’atmosfera e sugli scarichi della Saici.
[FA 1976_2]
2 settembre 1976
L’Ufficiale sanitario chiede al Sindaco chiarimenti su alcune analisi eseguite dal Laboratorio provinciale d’igiene e profilassi nel maggio 1972 da cui si rilevava un pesante inquinamento. All’epoca, il Medico provinciale aveva ordinato alla Saici di eseguire dei lavori per migliorare la qualità degli scarichi. Tutta la documentazione era però rimasta sconosciuta all’Ufficiale Sanitario.
[FA 1976_3]
8 settembre 1976
Il Consiglio di fabbrica invia al Comune e all’Ufficiale sanitario di Torviscosa un comunicato relativo al problema dell’inquinamento da mercurio.
[FA 1976_4]
22 luglio 1977
La Capitaneria di porto di Monfalcone fa sapere di essere l’Autorità competente a rilasciare autorizzazioni relative alla legge 319/76 sul tratto terminale dei fiumi Aussa e Corno.
[FA 19770722]
23 novembre 1977
La Snia, in merito alla legge 319/76, comunica al Presidente della Giunta Provinciale i lavori che intende eseguire a Torviscosa.
[FA 1976_5]
16 maggio 1978
La Snia Viscosa, in merito alla legge 319/76, comunica al Presidente della Giunta Provinciale di Udine l’intenzione di costruire un impiantino per la cristallizzazione dell’acido benzoico.
[FA 1976_5]
9 maggio 1980
Il Laboratorio chimico provinciale invia al Sindaco di Torviscosa copia della relazione d’analisi di campioni d’acqua eseguite tra il 1976 ed il 1979.
[FA 1980_2]
26 maggio 1980
L’Assessore Regionale all’Industria e all’Artigianato autorizza la Snia ad attuare il programma di adeguamento alla tabella C degli scarichi provenienti dallo stabilimento di Torviscosa e il programma di adattamento degli scarichi alla Legge 319/76.
[FA 1980_1]
19 dicembre 1980
Cambia la ragione sociale: lo stabilimento di Torviscosa assume il nome di Chimica del Friuli.
19 ottobre 1981
La Chimica del Friuli chiede alla Regione una proroga al piano di adeguamento degli scarichi; allega alla richiesta una relazione sul ritardo nel programma di realizzazione dei lavori.
[FA 1976_5]
9 dicembre 1981
La Giunta Regionale con delibera n. 5628 incarica la società C.S.A.R.E. coop. S.r.l. di redigere uno studio per il “Progetto del Piano di Risanamento del bacino idrografico della Laguna di Marano e Grado”.
Ottobre 1983
Viene presentato il rapporto conclusivo dello studio fatto dalla società C.S.A.R.E. coop. S.r.l. del progetto del piano di risanamento del bacino idrografico della Laguna di Marano e Grado. In questo rapporto, che stando alle premesse dovrebbe dare le indicazioni di base per la soluzione dei problemi legati all’inquinamento della Laguna, si dice che la Chimica del Friuli è dotata di impianti di trattamento e scarica reflui in misura pari a 63.250 abitanti equivalenti.
30 novembre 1983
Il Pretore di Cervignano assolve i dirigenti della Snia.
[FA 1980_1]
13 aprile 1984
La Chimica del Friuli abbandona il progetto di adeguare i propri scarichi alla Tabella “A” della Legge Merli. La Direzione comunica al Sindaco i propri piani relativi ai futuri investimenti.
[FA 1984_1]
9 luglio – 13 agosto 1987
Il servizio chimico-ambientale del Presidio Multizonale di Prevenzione preleva al punto di scarico “A”, nel canale Banduzzi e nell’Aussa tre campioni d’acqua. Il risultato delle analisi viene inviato al Sindaco di Torviscosa, al capo del settore Igiene Pubblica USL 8 di Palmanova ed al Pretore di Palmanova. I dati delle analisi stabiliscono che le acque scaricate dalla Chimica del Friuli sono molto inquinate. Il Sindaco di Torviscosa, preoccupato per il risultato delle analisi, convoca per un incontro il Direttore del Presidio Multizonale di Prevenzione e il direttore della Chimica del Friuli.
[FA 1987_1]
24 novembre 1987
La Regione istituisce il Consorzio Depurazione Acque Bassa Friulana, poi Consorzio Depurazione Laguna (conosciuto come “Tubone”).
7 maggio – 11 novembre 1988
Il servizio chimico-ambientale del P.M.P. di Udine su richiesta del Sindaco di Marano Lagunare esegue un nuovo prelievo al punto di scarico “A”. Anche in questo caso vengono superati i limiti stabiliti dalle normative in vigore. Il Sindaco di Torviscosa invia al Pretore di Cervignano la relazione sulle analisi, il quale chiede di rimando quali provvedimenti il Comune di Torviscosa ha adottato in relazione all’inquinamento idrico. Il Sindaco di Torviscosa risponde al Pretore di non aver adottato alcun provvedimento, dal momento che “il Consorzio per il disinquinamento della laguna, di recente costituito, ha approvato il progetto esecutivo delle opere” da realizzare. Il Pretore di Cervignano rinvia una lettera ai sindaci dei Comuni del Mandamento, richiamando gli strumenti che a livello amministrativo la L. 319/76 al Sindaco per evitare e/o limitare il fenomeno dell’inquinamento idrico.
[FA 1988_1]
15 febbraio 1989
A seguito di una comunicazione giudiziaria indirizzata al sindaco di Torviscosa in merito alla mancata applicazione delle disposizioni contenute nella legge 319/76, la Giunta Comunale affida all’avv. Lino Comand di Udine l’incarico per avere una “consulenza su alcuni aspetti giuridici connessi agli adempimenti che l’Amministrazione comunale deve compiere in merito a quanto stabilito dalle vigenti disposizioni di legge in materia di inquinamento”. In giugno, l’Assessore Regionale all’Ambiente invia al Pretore di Cervignano e p.c. al Sindaco di Torviscosa alcune informazioni in merito alla comunicazione giudiziaria.
[FA 1989_1]
30 settembre 1991
Il Pretore di Cervignano emette una sentenza di condanna nei confronti degli amministratori della Chimica del Friuli e del Sindaco di Torviscosa.
Novembre 1991
La Chimica del Friuli chiude l’impianto di produzione della cellulosa.
Febbraio 1992
Entra in funzione l’impianto di depurazione consortile. A seguito della progressiva chiusura degli impianti chimici questo impianto si troverà ad operare in grandi difficoltà. Per poter operare in modo economicamente autonomo a partire dalla metà degli anni ’90 ha cominciato a ricevere rifiuti liquidi prima dal territorio regionale e poi dal resto d’Italia.