Privato: Italiani in Slovenia
La rappresaglia
Le operazioni militari italiane contro la resistenza slovena sono contrassegnate da un’interminabile serie di crimini: incendi e sistematica distruzione dei villaggi che possono costituire una base di appoggio per i partigiani, fucilazione immediata dei “ribelli” e di tutti coloro che vengono anche solo sospettati di aiutarli, deportazione del resto della popolazione (quindi soprattutto donne, bambini e anziani) nei campi di concentramento italiani.
I dipendenti italiani dell’Emona sono talvolta presenti durante queste rappresaglie mettendo a disposizione anche i mezzi della Società.
L'esercito italiano d'occupazione brucia i villaggi sloveni, fine luglio 1942 @Muzej novejše in sodobne zgodovine Slovenije (Ljubljana)
Italiani davanti a una casa in fiamme @Muzej novejše in sodobne zgodovine Slovenije (Ljubljana)
Personale dell’Emona e militari italiani a Mozelj, settembre 1942 @Muzej novejše in sodobne zgodovine Slovenije (Ljubljana)
Gli italiani bruciano 18 edifici nel villaggio di Grahovo, luglio 1942 @Muzej novejše in sodobne zgodovine Slovenije (Ljubljana)
L'esercito italiano d'occupazione brucia e saccheggia i villaggi sloveni @Muzej novejše in sodobne zgodovine Slovenije (Ljubljana)
L'esercito italiano d'occupazione brucia e saccheggia i villaggi sloveni @Muzej novejše in sodobne zgodovine Slovenije (Ljubljana)
Abitanti del villaggio di Podvrh (Kocevie) sulle rovine delle loro case, 1945. Foto: Edi Šelhaus @Muzej novejše in sodobne zgodovine Slovenije (Ljubljana)
Gli italiani sparano alle vittime e bruciano villaggi @Muzej novejše in sodobne zgodovine Slovenije (Ljubljana)
L'esercito italiano d'occupazione brucia e saccheggia i villaggi sloveni @Muzej novejše in sodobne zgodovine Slovenije (Ljubljana)
L'esercito italiano d'occupazione brucia e saccheggia i villaggi sloveni @Muzej novejše in sodobne zgodovine Slovenije (Ljubljana)
Mappa del villaggio di Cvišlerji: in rosso e in azzurro i fabbricati esistenti, in giallo e verde i fabbricati abbattuti
Mappa del villaggio di Malagora: in rosso e in azzurro i fabbricati esistenti, in giallo e verde i fabbricati abbattuti