Saluti da Torre di Zuino

Il dopoguerra

La ripresa, nel dopoguerra, è estremamente faticosa per tutto il Friuli. Nella Bassa friulana, oltre ai danni di guerra la popolazione deve affrontare anche l’emergenza della malaria, legata soprattutto alla presenza di estese paludi che favoriscono il proliferarsi delle zanzare. La situazione comincia a migliorare verso la metà degli anni Venti, quando iniziano le prime bonifiche che, per quanto riguarda il territorio dell’attuale Comune di Torviscosa, interessano soprattutto la parte più meridionale.

In quest’area le bonifiche procedono con successo e nel 1932 il parroco di Malisana, don Olivo Bullian, può scrivere che “il raccolto del frumento in tutto il territorio di Malisana è abbondante; specialmente la parte bonificata ha dato un prodotto superiore ad ogni aspettativa”.

A poco a poco, a Torre di Zuino si riparano i danni provocati dai bombardamenti in Villa di Sopra (l’attuale via Roma). Viene costruito anche un essicatoio per il tabacco.

Nel frattempo, nel 1924 è morto il conte Augusto Corinaldi e la sua proprietà – 2800 ettari – è stata suddivisa tra i due figli. A Gustavo spetta la parte più meridionale, quella di Malisana. La parte più settentrionale, che comprende anche il paese di Torre di Zuino, va a Edoardo che la cede quasi subito ai Padri Armeni della congregazione Mechitarista dell’isola di San Lazzaro a Venezia.

Il periodo che segue è uno dei più infelici per Torre di Zuino: i Padri Armeni affidano la gestione delle loro proprietà a intermediari senza scrupoli che sfruttano i coloni e i braccianti, approfittando spesso anche dell’appoggio del Sindacato fascista.

Nel 1936, il Collegio Armeno, pesantemente indebitato, è costretto a cedere la proprietà: quando l’ex direttore dell’azienda, padre Karekin Lazzarian, lasciò definitivamente Torre di Zuino, “nessuno pianse” ricorda il parroco Francesco Pituello nel suo diario.